da un'idea collettiva di Alessio e Cristina Menghi, Pontoriero Claudia,
Margareta Nemo, Alessandro Occhipinti e Micaela Pederzini
un racconto scritto & illustrato da Alessio e Cristina Menghi
C’era una volta un uomo, che tutti chiamavano il cardiologo, poiché era molto bravo nel curare le persone e dimostrava gran cuore nell’aiutare gli altri. Quest’uomo aveva un figlio, ma durante un inverno il bambino morì, proprio per un male al cuore, lasciandolo solo e disperato.
Il cardiologo non accettò la morte del pargolo e così cominciò a raccogliere pezzi di cuore, prelevandoli dagli ignari pazienti, che si recavano da lui in cerca di aiuto dalla malattia e che invece trovavano la morte. L’uomo preso dal cieco egoismo continuò per un anno intero la macabra pratica, scegliendo solo i cuori migliori, molto spesso di giovani fanciulli, e alla fine ne confezionò uno meraviglioso e lo diede al figliolo che riprese vita. Tuttavia il prezzo da pagare per aver tanto osato, fu che il volto del figlio, non sopportando le troppe emozioni contrastanti presenti nel suo nuovo cuore, perse i lineamenti del viso, al punto che venne chiamato il bambino senza volto. Il giovane era molto buono e gentile ma tuttavia triste, in quanto il padre lo teneva rinchiuso nella sua fortezza, per proteggerlo dagli sguardi della gente e dai pericoli del mondo. Travolto dalla malinconia, si circondò di amici immaginari per sentirsi meno solo, e li chiamò i suoi “vicini”.
Un giorno il bambino si
trovò nel cortile a giocare con i suoi amici, quando, ad un certo punto, uno di
questi fuggì attraverso un pertugio verso la foresta, e lui lo seguì,
perdendosi nel bosco.
Proprio da quelle parti,
poco fuori dal villaggio, viveva da solo un vecchio fabbro. La meraviglia lo
scosse quando trovò il bambino che si aggirava spaventato nel bosco. L’uomo lo
accolse nella sua casa, lo accudì senza paura, nonostante la mostruosità del
piccolo, e decise di fabbricargli un viso.
Lavorò tutta la notte
senza riposare un secondo e la mattina dopo il bambino indossò la maschera, era
veramente perfetta, aveva un bel sorriso e due occhi grandi. I due erano
davvero felici insieme.
Tuttavia si diffuse la
notizia che il cardiologo stava cercando il figlioletto e il fabbro decise che
era ora di riportare a casa il bimbo. Lo accompagnò alla fortezza e per questo
venne ricompensato con tre grandi monete d’oro.
Il fabbro tornò a casa con
la percezione di aver abbandonato il giovane ad un triste destino. Passò un
notte in preda agli incubi ed in sogno lo raggiunse l’amico immaginario, che lo
esortò a tornare indietro e strappare il bimbo dalle grinfie del cardiologo.
Il giorno dopo il fabbro,
in tutta fretta, forgiò delle chiavi in grado di aprire le porte della
fortezza, fondendo le monete d’oro e, ascia in spalla, partì alla volta della
dimora del cardiologo.
Ma non appena arrivò,
dovette scontrarsi con la furia del padre, che geloso e furente per l’assurda
pretesa di lasciare che il figlio tornasse indietro col fabbro, attaccò il
vecchio. Con la sua potente magia, il cardiologo prima lo disarmò, e infine
lanciò un incantesimo per ucciderlo, ma il ragazzo gli fece scudo col suo
corpo.
In quel momento tutte le
anime che avevano donato il cuore al bimbo si risvegliarono proprio nei
“vicini”, che neutralizzarono la magia e, accerchiandolo, inghiottirono il
cardiologo in un lampo di luce.
Il bambino abbracciò il
vecchio che lo riportò a casa, solo dopo aver salutato gli amici, che,
terminato il loro compito di guidare il giovane verso la libertà, svanirono
nell'aria.
Il ragazzo ebbe in dono
una nuova maschera, ancora più bella e in questo modo poté vivere insieme a
tutte le altre persone. Crescendo divenne sempre più onesto e premuroso e che
con la sua gentilezza ripagò la memoria delle povere persone che
inconsapevolmente avevano donato a lui parte del loro cuore. Il giovane in
cambio riaccese nei cuori di tutti la speranza e la felicità.