giovedì 31 luglio 2014
mercoledì 21 maggio 2014
l'AMORE comincia dopo le botte
scritta & illustrata da Matteo Shao, Enrico Yang, Adele De Carlo, Yong Kang Bai, Jun Jian He, Dino Wu, Yin Yin Lou
Lorenzo aveva sedici anni, e un giorno, andando a scuola, incontrò Alice, una ragazza che frequentava la classe accanto alla sua. Non si guardarono nè si salutarono, ma quel giorno, nonostante si vedessero ogni giorno e ogni giorno si ignorassero, quel giorno inavvertitamente Lorenzo si innamorò di lei. Lei invece continuò a ignorarlo.
Un giorno, un giorno diverso, Lorenzo scoprì che Alice era inavvertitamente la ragazza del suo migliore amico Mirko. Questo, probabilmente, lo fece innamorare ancora di più.
Il padre, travolto dai sentimenti, consegnò al figlio la lettera con cui, tanti anni prima, si era dichiarato alla madre del ragazzo - risultato garantito!
Senza perdere tempo a ricopiarla per cambiare almeno i nomi, Lorenzo, amante focoso ma carente sul lato comunicativo, nascose la lettera nell’armadietto scolastico di Alice. Ah, sventurato, la lettera venne scoperta da Mirko, che ci mise comunque un po’ a capire l’inghippo.
Dopo le botte andarono in ospedale, e furono messi in stanza assieme. Dopo alcuni scherzi di cattivo gusto con le flebo i ragazzi fecero pace.
Un giorno tutta la famiglia di Lorenzo, travolta dai sentimenti, andò a trovare il figlio martoriato. In quell’occasione Mirko conobbe Sara, sorella minore di Lorenzo. Dimenticatosi di Alice, che poi non era davvero una storia seria, si sa, cose da ragazzi, son giovani, Mirko s’innamorò di Sara.
Così Lorenzo potè finalmente dichiararsi ad Alice. Peccato, la ragazza quel giorno era estremamente distratta, e non se ne accorse.
C’era una volta un ragazzo di nome Lorenzo, che andava alla scuola Leonardo da Vinci, in quel paese lì.
Lorenzo aveva sedici anni, e un giorno, andando a scuola, incontrò Alice, una ragazza che frequentava la classe accanto alla sua. Non si guardarono nè si salutarono, ma quel giorno, nonostante si vedessero ogni giorno e ogni giorno si ignorassero, quel giorno inavvertitamente Lorenzo si innamorò di lei. Lei invece continuò a ignorarlo.
Un giorno, un giorno diverso, Lorenzo scoprì che Alice era inavvertitamente la ragazza del suo migliore amico Mirko. Questo, probabilmente, lo fece innamorare ancora di più.
Il giovane, travolto dai sentimenti, decise che doveva dichiararsi ad Alice ma, non sapendo come fare, chiese consiglio al padre.
Il padre, travolto dai sentimenti, consegnò al figlio la lettera con cui, tanti anni prima, si era dichiarato alla madre del ragazzo - risultato garantito!
Senza perdere tempo a ricopiarla per cambiare almeno i nomi, Lorenzo, amante focoso ma carente sul lato comunicativo, nascose la lettera nell’armadietto scolastico di Alice. Ah, sventurato, la lettera venne scoperta da Mirko, che ci mise comunque un po’ a capire l’inghippo.
in nome della loro fraterna amicizia Mirko cercò Lorenzo. E si picchiarono. Ma FORTE!
Dopo le botte andarono in ospedale, e furono messi in stanza assieme. Dopo alcuni scherzi di cattivo gusto con le flebo i ragazzi fecero pace.
Un giorno tutta la famiglia di Lorenzo, travolta dai sentimenti, andò a trovare il figlio martoriato. In quell’occasione Mirko conobbe Sara, sorella minore di Lorenzo. Dimenticatosi di Alice, che poi non era davvero una storia seria, si sa, cose da ragazzi, son giovani, Mirko s’innamorò di Sara.
Così Lorenzo potè finalmente dichiararsi ad Alice. Peccato, la ragazza quel giorno era estremamente distratta, e non se ne accorse.
lunedì 19 maggio 2014
il DORMIGLIONE
scritta & illustrata da Zhi Ming Zhu, Albinos Hasanaj, Luca Dong, Guanjin Zou, Zhifei Wang, Erika Benozzi
C’era una volta un ragazzo di nome Gjumash Dormiglione, che aveva il vizio di addormentarsi in ogni posto...
Si addormentava ovunque, in bagno, in autobus, a scuola, mentre camminava per tornare a casa, e persino appena dopo essersi svegliato!
Spesso succedeva che, per svegliarlo, le persone che si trovavano con lui adottavano una tecnica speciale...
Gettargli sul viso una “piccola” quantità d’acqua fredda!
Ma un giorno sua madre, stufa dei suoi continui risposini, abbondò con l’acqua che serviva per farlo svegliare.
Gjumash si ammalò e, per colpa della febbre e dei continui starnuti, non dormì per più di un mese.
C’era una volta un ragazzo di nome Gjumash Dormiglione, che aveva il vizio di addormentarsi in ogni posto...
Si addormentava ovunque, in bagno, in autobus, a scuola, mentre camminava per tornare a casa, e persino appena dopo essersi svegliato!
Spesso succedeva che, per svegliarlo, le persone che si trovavano con lui adottavano una tecnica speciale...
Gettargli sul viso una “piccola” quantità d’acqua fredda!
Ma un giorno sua madre, stufa dei suoi continui risposini, abbondò con l’acqua che serviva per farlo svegliare.
Gjumash si ammalò e, per colpa della febbre e dei continui starnuti, non dormì per più di un mese.
lunedì 28 aprile 2014
il bambino senza volto
da un'idea collettiva di Alessio e Cristina Menghi, Pontoriero Claudia,
Margareta Nemo, Alessandro Occhipinti e Micaela Pederzini
un racconto scritto & illustrato da Alessio e Cristina Menghi
C’era una volta un uomo, che tutti chiamavano il cardiologo, poiché era molto bravo nel curare le persone e dimostrava gran cuore nell’aiutare gli altri. Quest’uomo aveva un figlio, ma durante un inverno il bambino morì, proprio per un male al cuore, lasciandolo solo e disperato.
Il cardiologo non accettò la morte del pargolo e così cominciò a raccogliere pezzi di cuore, prelevandoli dagli ignari pazienti, che si recavano da lui in cerca di aiuto dalla malattia e che invece trovavano la morte. L’uomo preso dal cieco egoismo continuò per un anno intero la macabra pratica, scegliendo solo i cuori migliori, molto spesso di giovani fanciulli, e alla fine ne confezionò uno meraviglioso e lo diede al figliolo che riprese vita. Tuttavia il prezzo da pagare per aver tanto osato, fu che il volto del figlio, non sopportando le troppe emozioni contrastanti presenti nel suo nuovo cuore, perse i lineamenti del viso, al punto che venne chiamato il bambino senza volto. Il giovane era molto buono e gentile ma tuttavia triste, in quanto il padre lo teneva rinchiuso nella sua fortezza, per proteggerlo dagli sguardi della gente e dai pericoli del mondo. Travolto dalla malinconia, si circondò di amici immaginari per sentirsi meno solo, e li chiamò i suoi “vicini”.
Un giorno il bambino si
trovò nel cortile a giocare con i suoi amici, quando, ad un certo punto, uno di
questi fuggì attraverso un pertugio verso la foresta, e lui lo seguì,
perdendosi nel bosco.
Proprio da quelle parti,
poco fuori dal villaggio, viveva da solo un vecchio fabbro. La meraviglia lo
scosse quando trovò il bambino che si aggirava spaventato nel bosco. L’uomo lo
accolse nella sua casa, lo accudì senza paura, nonostante la mostruosità del
piccolo, e decise di fabbricargli un viso.
Lavorò tutta la notte
senza riposare un secondo e la mattina dopo il bambino indossò la maschera, era
veramente perfetta, aveva un bel sorriso e due occhi grandi. I due erano
davvero felici insieme.
Tuttavia si diffuse la
notizia che il cardiologo stava cercando il figlioletto e il fabbro decise che
era ora di riportare a casa il bimbo. Lo accompagnò alla fortezza e per questo
venne ricompensato con tre grandi monete d’oro.
Il fabbro tornò a casa con
la percezione di aver abbandonato il giovane ad un triste destino. Passò un
notte in preda agli incubi ed in sogno lo raggiunse l’amico immaginario, che lo
esortò a tornare indietro e strappare il bimbo dalle grinfie del cardiologo.
Il giorno dopo il fabbro,
in tutta fretta, forgiò delle chiavi in grado di aprire le porte della
fortezza, fondendo le monete d’oro e, ascia in spalla, partì alla volta della
dimora del cardiologo.
Ma non appena arrivò,
dovette scontrarsi con la furia del padre, che geloso e furente per l’assurda
pretesa di lasciare che il figlio tornasse indietro col fabbro, attaccò il
vecchio. Con la sua potente magia, il cardiologo prima lo disarmò, e infine
lanciò un incantesimo per ucciderlo, ma il ragazzo gli fece scudo col suo
corpo.
In quel momento tutte le
anime che avevano donato il cuore al bimbo si risvegliarono proprio nei
“vicini”, che neutralizzarono la magia e, accerchiandolo, inghiottirono il
cardiologo in un lampo di luce.
Il bambino abbracciò il
vecchio che lo riportò a casa, solo dopo aver salutato gli amici, che,
terminato il loro compito di guidare il giovane verso la libertà, svanirono
nell'aria.
Il ragazzo ebbe in dono
una nuova maschera, ancora più bella e in questo modo poté vivere insieme a
tutte le altre persone. Crescendo divenne sempre più onesto e premuroso e che
con la sua gentilezza ripagò la memoria delle povere persone che
inconsapevolmente avevano donato a lui parte del loro cuore. Il giovane in
cambio riaccese nei cuori di tutti la speranza e la felicità.
sabato 19 aprile 2014
meanwhile...
While we were doing our workshops in Italy another two TALE workshops took place in Europe. Lina, in the United Kingdom, and Zsofia, in Hungary, develop our same concept in different ways!
...and, here they are!
UK
photos by Marton Nagy
mercoledì 16 aprile 2014
YETU e il cappello magico
scritta & illustrata da Shan Shan Zhou, Tong Tong Zhou, Aya Elgamal, Rebecca Angiargiu, Simone Cheng
I nostri amici decisero di dargli ascolto e cambiarono direzione, ma mentre camminavano sentivano una strana voce. Era l’albero parlante che diceva:
- Non fidatevi del lupo, vi ha teso una trappola!
Ma i due non capirono tutte le parole e proseguirono. Sentirono però di nuovo la voce dell’albero che diceva:
- Non fidatevi del lupo, avete un cappello e i ravanelli, fate attenzione!
Ma proprio mentre l’albero diceva queste parole i due caddero nella trappola. Disperati, cercavano di uscire ma i tentativi fallirono miseramente ed allora il nervosismo li portò all’esasperazione e cominciarono a litigare. Pino Pinocchio pensò di mettere il cappello magico e di uscire dalla trappola da solo ma Yetu lo capì, si arrabbiò e cercò di prendergli il cappello. Litigavano e si contendevano il cappello quando, improvvisamente, Pino Pinocchio ricordò le parole dell’albero magico e si ricordò dei ravanelli. I due quindi decisero di far salire Yetu sulla testa di Pino Pinocchio, misero il cappello e diventarono invisibili, poi mangiarono i ravanelli e diventarono così forti che riuscirono a distruggere la trappola e fuggirono, Quando furono abbastanza lontani tolsero il cappello e tornarono a casa felici mentre il lupo rimase sconfitto e con la pancia vuota.
La lepre Yetu e il suo amico Pino Pinocchio, un bambino alto, grasso e molto intelligente, andarono nel bosco a cercare i famosi ravanelli magici che rendevano più forte chi li mangiava.
Mentre percorrevano il sentiero, Pino Pinocchio trovò su un albero un cappello. Improvvisamente venne a piovere, Pino Pinocchio mise il cappello in testa e diventò invisibile. Yetu si guardò attorno disperato e, non vedendo più il suo amico, cominciò a gridare:
-Pino Pinocchio, dove sei finito?
-Sono qui, dietro di te
-Non ti vedo, ho paura, non lasciarmi solo
Pino Pinocchio capì di aver indossato un cappello magico, lo tolse e, ridendo a crepapelle, diventò di nuovo visibile.
I due amici proseguirono il loro cammino per cercare i ravanelli magici e li trovarono vicino al fiume ma mentre percorrevano il sentiero un lupo, nascosto tra i cespugli, li vide e pensò:
- Che buon cibo, vedo! Questo bambino grasso e questa lepre succulenta me li mangio per cena... ma come posso fare?
- Idea! Gli tenderò una trappola. Sono un genio, un vero mago degli inganni!
Pino Pinocchio e Yetu, dopo aver raccolto molti ravanelli, decisero di tornare a casa ma incontrarono il lupo, che parlò loro.
- Dove andate? Non avete paura di incontrare il lupo?
- No, rispose Pino Pinocchio, siamo in due e siamo forti, e poi per questa strada il lupo non dovrebbe passare.
- Vi sbagliate, il lupo ha cambiato abitazione e si trova qui vicino. Vi consiglio di prendere la strada a destra, è più corta e più sicura...
-Pino Pinocchio, dove sei finito?
-Sono qui, dietro di te
-Non ti vedo, ho paura, non lasciarmi solo
Pino Pinocchio capì di aver indossato un cappello magico, lo tolse e, ridendo a crepapelle, diventò di nuovo visibile.
I due amici proseguirono il loro cammino per cercare i ravanelli magici e li trovarono vicino al fiume ma mentre percorrevano il sentiero un lupo, nascosto tra i cespugli, li vide e pensò:
- Che buon cibo, vedo! Questo bambino grasso e questa lepre succulenta me li mangio per cena... ma come posso fare?
- Idea! Gli tenderò una trappola. Sono un genio, un vero mago degli inganni!
Pino Pinocchio e Yetu, dopo aver raccolto molti ravanelli, decisero di tornare a casa ma incontrarono il lupo, che parlò loro.
- Dove andate? Non avete paura di incontrare il lupo?
- No, rispose Pino Pinocchio, siamo in due e siamo forti, e poi per questa strada il lupo non dovrebbe passare.
- Vi sbagliate, il lupo ha cambiato abitazione e si trova qui vicino. Vi consiglio di prendere la strada a destra, è più corta e più sicura...
I nostri amici decisero di dargli ascolto e cambiarono direzione, ma mentre camminavano sentivano una strana voce. Era l’albero parlante che diceva:
- Non fidatevi del lupo, vi ha teso una trappola!
Ma i due non capirono tutte le parole e proseguirono. Sentirono però di nuovo la voce dell’albero che diceva:
- Non fidatevi del lupo, avete un cappello e i ravanelli, fate attenzione!
Ma proprio mentre l’albero diceva queste parole i due caddero nella trappola. Disperati, cercavano di uscire ma i tentativi fallirono miseramente ed allora il nervosismo li portò all’esasperazione e cominciarono a litigare. Pino Pinocchio pensò di mettere il cappello magico e di uscire dalla trappola da solo ma Yetu lo capì, si arrabbiò e cercò di prendergli il cappello. Litigavano e si contendevano il cappello quando, improvvisamente, Pino Pinocchio ricordò le parole dell’albero magico e si ricordò dei ravanelli. I due quindi decisero di far salire Yetu sulla testa di Pino Pinocchio, misero il cappello e diventarono invisibili, poi mangiarono i ravanelli e diventarono così forti che riuscirono a distruggere la trappola e fuggirono, Quando furono abbastanza lontani tolsero il cappello e tornarono a casa felici mentre il lupo rimase sconfitto e con la pancia vuota.
martedì 1 aprile 2014
il Concorso di Bellezza
scritta & illustrata da Ming Jin Xiang, Rebecca Lento, Qiao Qiao Zhao e Ying Ying Sun
Nel bosco c’era un villaggio dove viveva una bellissima coniglietta di nome Rebecca che tutti i giorni spazzolava il suo splendido pelo.
Una mattina come le altre si stava spazzolando quando sentì il suono ripetuto del campanello. Andò ad aprire un po’ in ansia e vide il suo amico cavallo Mister Bean, preoccupatissimo.
- Che succede? - chiese Rebecca
Mr Bean rispose:
- Ho saputo che se il settimo giorno del mese uscirai la tua bellezza verrà rubata
La coniglietta non capì, pensò che si trattasse di una fantasia dell’amico e tornò alle sue faccende e a spazzolarsi il pelo.
Il settimo giorno del mese, dimenticando completamente le parole di Mr Bean decise di uscire per andare a fare la spesa ma, mentre tornava a casa, trovò di fronte a sé un drago selvaggio. Le sue squame erano nero pece, i suoi occhi color rosso come il sangue. Dalla sua bocca penzolava una lingua di fuoco. La coniglietta, terrorizzata, rimase immobile, quasi pietrificata e poi vide che, dagli occhi del drago, uscì un lampo che avvolse completamente Rebecca. Poi il dragò svanì in cielo.
- Che succede? - chiese Rebecca
Mr Bean rispose:
- Ho saputo che se il settimo giorno del mese uscirai la tua bellezza verrà rubata
La coniglietta non capì, pensò che si trattasse di una fantasia dell’amico e tornò alle sue faccende e a spazzolarsi il pelo.
Il settimo giorno del mese, dimenticando completamente le parole di Mr Bean decise di uscire per andare a fare la spesa ma, mentre tornava a casa, trovò di fronte a sé un drago selvaggio. Le sue squame erano nero pece, i suoi occhi color rosso come il sangue. Dalla sua bocca penzolava una lingua di fuoco. La coniglietta, terrorizzata, rimase immobile, quasi pietrificata e poi vide che, dagli occhi del drago, uscì un lampo che avvolse completamente Rebecca. Poi il dragò svanì in cielo.
Appena scomparve, la coniglietta rientrò frettolosamente in casa e con terrore si guardò allo specchio: la sua bellezza era svanita! Per non farsi vedere si tuffò in acqua e nuotò fino alla casa di Simone la giraffa. Quando Simone sentì bussare il suo lungo collo si affacciò dalla finestra.
- Chi bussa alla mia porta? - chiese con voce infastidita.
Rebecca disse con un fil di voce:
-Sono io, Rebecca, un drago cattivo ha rubato la mia bellezza ed è per questo che non mi riconosci. Ti prego Simone, aiutami!
Poi scoppiò a piangere. Simone le disse di farsi forza e che poteva rimanere con lui per qualche giorno e insieme avrebbero pensato cosa fare. Insieme i due amici capirono che per riprendere la bellezza di Rebecca bisognava trovare il drago e sconfiggerlo. Si esercitarono per molti giorni, poi chiamarono Mr Bean e gli chiesero aiuto.
Il cavallo disse di aver avuto una visione del drago e disse anche che nella visione aveva visto il suo pianeta. Gli amici costruirono così una navicella e andarono nel pianeta del drago Long. Il cavallo li aspettò sulla navicella affinché fossero pronti a partire mentre il coniglio e la giraffa scesero sul pianeta per cercare il drago. Rebecca indossò una tuta e andò a cercare la sua tana. Sulla porta in rosso c’era scritto qualcosa. La coniglietta non capì il senso della scritta e chiese aiuto alla giraffa che capì subito il senso della scritta: “Tana del drago” Rebecca sguainò una grande spada di colore nero. L’elsa era fatta a forma di drago le cui ali spiegate formavano la guardia e la lama fuoriusciva dalle sue fauci.
Rebecca prese da un sacco della carne cruda, il drago sentì il suo profumo, uscì dalla tana e fece cadere la spada. Simone usò il suo potere magico (riusciva a immobilizzare le persone con la sola forza di volontà) e disse a Rebecca di infliggere il colpo di grazia ma la coniglietta, prima di colpire, sentì che era cambiata. Non le importava più di riavere la sua bellezza perché aveva degli amici veri pronti ad aiutarla nelle difficoltà e non ebbe più la forza di trafiggere il drago che però cominciò a disfarsi, un lampo azzurro uscì dal suo cuore e restituì lo splendido pelo al coniglio. Rebecca e Simone tornarono alla navicella dove li attendeva Mr Bean e gli amici tornarono a casa felici. Da quel giorno Rebecca fu più gentile e disponibile con tutti gli abitanti del villaggio.
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